Critica a Carlos Castaneda

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oroboros
view post Posted on 28/4/2008, 13:46




Carlos Castaneda è stato un mistificatore che, più volente che nolente, ha trasformato il pesante e leggero riflesso del Mistero, che chiamiamo "vita", in un sistema di pensiero il quale, dietro un’accattivante apparenza magica, di magico ha solo la capacità di dare forma e peso a ciò che non ne può avere costruendo, in questo modo, una caricatura per ingenui che è parodia della Verità. Castaneda ha voluto dare una fisicità a quello che immagine fisica non può essere, perché appartenente a quella sottilissima sfera che si esprime solo all'Intuire superiore, che è rivolto all’Intelligenza Universale perché suo figlio, ed è anche capace, proprio perché Universale a sua volta e quindi comprendente l'individuale, di esprimersi nell'individuo con la visione del Reale, il quale non si muta per questo in immagini fisiche, ma in una superiore certezza che solo secondariamente si evidenzierà, agli occhi della mente, ma non con contorni e forme visibili in uno stato di seconda consapevolezza. I contorni e le forme della vita, precedenti all’apertura dello sguardo spirituale, sussisteranno e persisteranno ancora, dopo questa apertura interiore, ma s’illumineranno in una visione superiore che interpreterà diversamente quella che costituisce la velatura del reale per gli occhi comuni. La certezza che "Vede", vede consapevolmente attraverso il dono di comprendere le connessioni dei minutissimi elementi, invisibili all'occhio esterno, che danno vita e senso al reale. Normalmente le persone, non conoscendo i Principi universali, non sono nemmeno in grado di riferirsi alla loro stringente logica consequenziale, la quale ordina gli elementi, grandi o piccolissimi di cui è formata la realtà, che necessariamente sfuggono alla valutazione dell'interpretazione individuale che non possiede la capacità dell’osservare dal Centro dal quale proviene tutto ciò che è. È l'osservazione della realtà, attraverso i Principi del "Senso dell'Eterno", che conferisce la Visione del Vero universale, senza la falsificazione operata dalla mediazione individuale. In altre parole... non è l'individuo che "Vede", ma il Centro che, esprimendosi nell'individuo consapevole, riconosce la Verità perché l'individuo si scansa dall'interpretarla a suo uso e consumo. Questo scansarsi è il solo “merito” che può arrogarsi questo individuo che comunica col proprio Centro universale e, quando deciderà di asservirsi a Lui… sceglierà, con Lui, la Libertà.


 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/4/2008, 08:45




Sinceramente non ho mai letto Castaneda, e quindi sarei l'ultimo a poter dare un giudizio di sorta...però dalle tue parole, e da quelle di altri che Castaneda l'hanno letto, mi par di capire una certa somiglianza con Coelho, nonostante i loro campi siano differenti.

E a me Coelho non piace! :)

Sono molto belle le ultime parole che hai scritto...mi fanno pensare a quella che potrebbe essere alta filosofia islamica, dato che Islam vuol dire proprio "sottomissione", "asservimento", "abbandono"...come Wikipedia insegna! :D
 
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oroboros
view post Posted on 29/4/2008, 09:06




Coelho è estremamente meno intelligente di Castaneda e pericoloso solo per le casalinghe in cerca dell'uomo vero. La parola "sottomissione" suona decisamente bieca, per un cercatore di libertà, ma questi, al di sopra dei modi di dire, dovrebbe considerare che anche la nascita è una sottomissione. Alla vita.
La sottomissione alla Libertà è il fine di cui stiamo parlando.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/4/2008, 10:45




certamente infatti la libertà non è il meglio in assoluto, io credo, infatti è lei a volte che ci "sottomette" :D
 
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oroboros
view post Posted on 29/4/2008, 12:31




Stai confondendo la costrizione della libertà relativa con l'assenza di costrizioni che è la Libertà assoluta. Nel relativo la libertà è necessariamente relativa a sua volta, ma è il fine che ha inscritto in sé che a noi interessa trovare.
Questo è un mio brevissimo scritto su di lei, la libertà:


C'è un "Cuore" che non è il volubile sentimento, e non è nemmeno la fredda e stupida mente. Gli antichi nostri avi lo chiamavano "Cuore" non perché batteva, ma per la Sua centralità, simbolo del Centro superiore dal quale traiamo origine e ragione sufficiente d'essere.
E' un Cuore uguale per tutti i diversi, in ognuno dei quali Lui replica lo stesso dono. In modi diversi. Lui conosce le intenzioni di tutti, e Lui sa quando è giunto il momento di rivelarsi. Lui è deciso e delicato e si mostra solo quando sa di non fare impazzire colui che se lo trova improvvisamente di fronte, o meglio... nel proprio Centro. Questo è il Cuore che quando tace urla di Silenzio. E l'anima e la mente e la volontà tremano al compito che le aspetta, perché Lui è ciò in cui siamo immersi: La prigione della Libertà.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/4/2008, 13:47




io faccio parlare uno dei miei cantautori preferiti, Donovan:

Libertà è una parola che uso raramente
quando penso alle volte in cui vengo amato

La traduzione è mia. :D

L'assoluto è una cosa che non mi riguarda e non mi interessa, poichè sono un essere finito e, ti dirò, la cosa non mi dispiace! :)

...anche perchè non potrebbe essere altrimenti! :D
 
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oroboros
view post Posted on 29/4/2008, 14:16




È detto, nelle scritture Vediche: Quando si ama, si ama l'Atma che è nell'altro.
Atma è il segno dell'Assoluto nel finito e individuale che è suo figlio. Il tuo sentirti "solamente" finito è contraddetto dal tuo bisogno, il quale non sussisterebbe se tu fossi davvero sufficiente a te stesso e finito. Semmai dovresti parlare di indefinità, la quale è sì finita, ma quella finitudine è irraggiungibile perché è anche lei il riflesso dell'Infinito. Prova a trattenere il respiro per un poco e ne avrai la prova immediata e certa.
È la mancanza di corrispondenza con quell'Infinito che rende difficile amare il finito. E non venirmi a dire che sei contento della tua indefinitezza... perché sarebbe un modo per dirsi felici e sereni e, se tu lo fossi realmente, non saresti qui a stralunare con me.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/4/2008, 14:37




Però così stai cambiando argomento...:)

Il mio sentirmi solamente finito non è contraddetto, perchè finora con te non ho manifestato alcun bisogno! :D

La mia finitezza è spaziale e temporale: sono dove sono e quando sono, tutto il resto è puramente...mente...che se vuole mente! :D

Per il resto ti posso dire di essere abbastanza felice e sereno, perchè se avessi qualche motivo di non esserlo non starei certo qui a stralunare con te! :D

Non capisco il tuo discorso della respirazione, è la morte l'unico modo per essere finito? Se lo credi, non credi che questo sia abbastanza relativo?
 
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oroboros
view post Posted on 29/4/2008, 15:17




Era per ricordarti che hai bisogno della realtà che è fuori da te. Essere "finiti" avrebbe, per conseguenza logica, l'indipendenza da altro che sia esterno a quel finito. Indipendenza che però non è una possibilità di poter fare a meno della propria causa o dell'insieme nel quale si è inseriti, ma è quella del fare a meno di tenerle in considerazione... Per questo bisogna dire che per finito si dovrebbe intendere "limitato" e non autosufficiente. La perfezione del finito, nella sua totalità relativa, è il risultato della somma delle realtà che lo compongono e che sono imperfette.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/4/2008, 15:28




si, direi che messa così, io sono limitato, non finito...anzi, ti dirò, credo di essere appena cominciato :D
 
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oroboros
view post Posted on 29/4/2008, 15:37




Quello che frega entrambi è che il vero si disinteressa di quello che "crediamo" noi. Per lui importa quello che noi conosciamo davvero e, attraverso quello... riusciamo poi a essere. I nostri principi e le nostre vere intenzioni, quindi.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 29/4/2008, 15:49




Beh, nessuno sa per certo se domani ci sarà! :D

*Si tocca i testimoni

:)
 
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oroboros
view post Posted on 30/4/2008, 10:16




Interessante che i tuoi testimonino, i miei se ne fregano, sono due coglioni.
 
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view post Posted on 16/6/2017, 11:37
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